Le istituzioni scolastiche, al pari dei Servizi Sociali, sono gli attori istituzionali maggiormente impegnati nella lotta contro il fenomeno dell’evasione e/o dispersione scolastica di tutti quei ragazzi che, influenzati principalmente da un contesto sociale disagiato, non comprendono la necessità e l’esigenza primaria di intraprendere un percorso di crescita e poi di studio all’interno delle mura scolastiche.
La scuola: prima agenzia di socializzazione
La scuola infatti si configura, subito dopo la famiglia, la principale agenzia di socializzazione e formazione della personalità del bambino e del ragazzo. Il suo compito fondamentale è fornire gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente, acquisire un certo grado di responsabilità e autonomia e, infine, formare alla cittadinanza e alla vita democratica. La scuola è prima di tutto educazione, teatro di crescita civile e di cittadinanza. Alla luce di tali premesse, il ruolo degli “educatori scolastici” che operano nella realtà territoriale di riferimento, è prima di tutto quello di creare dei contesti educativi che si dissociano dai modelli di vita disgreganti che la società in qualche modo impone, fornendo ai ragazzi dei nuovi strumenti di crescita in grado di creare in ognuno di essi una propria identità personale. L’impegno di ogni educatore scolastico a fondare una società basata sulla civiltà e sulla cittadinanza attiva, fa emergere lo sforzo quotidiano di contrastare l’elevato tasso di dispersione scolastica.
Famiglia e socializzazione: lo sviluppo emotivo, cognitivo e comportamentale
Ulteriore agenzia di socializzazione e crescita per i bambini e ragazzi, è la famiglia: il modo in cui questi interiorizzano le regole e i valori del contesto influisce non solo a livello comportamentale ma anche a livello cognitivo ed emotivo, definendo così gli elementi base per lo sviluppo dei tratti caratteristici della personalità dell’individuo. Ciò che rende la famiglia importante è il fatto che rappresenti il primo contesto di interazione poiché esercita la propria influenza in un lasso di tempo prolungato e durante tappe evolutive definite cruciali per lo sviluppo cognitivo e socio-emotivo del minore. Tuttavia la classe sociale di appartenenza della famiglia influisce profondamente sui modelli di socializzazione, in quanto influisce sui modelli di educazione e disciplina, sui valori e le aspettative. Il ruolo educativo delle famiglie che vivono in contesti sociali “disgreganti” risulta ancora più difficile in quanto devono quotidianamente sfidarsi con modelli di vita che risultano essere inadeguati per i ragazzi che naturalmente tendono ad allontanarsi sempre di più dal proprio contesto familiare, per avvicinarsi ed essere completamente assorbiti da quei modelli societari malsani.
Il ruolo dei servizi sociali
Alla luce di tali premesse dunque quando parliamo di lotta alla dispersione e/o evasione scolastica, ci riferiamo ad un fenomeno molto più ampio che non si limita alla sola necessità di garantire le presenze scolastiche. In questo infatti i Servizi Sociali giocano il ruolo principale di scavare a fondo, dietro il fenomeno e incentrare l’attenzione sulle reali problematiche che possono riguardare dapprima i ragazzi inadempienti ed evasori e secondariamente le famiglie d’origine, cercando di offrire loro, seppur in maniera controllante, un sostegno attinente al problema. La vicinanza, o comunque l’azione controllante/d’aiuto svolta dai Servizi Sociali alle famiglie con minori inadempienti e/o evasori, seppur inizialmente non ben accettata dalle prime, con il tempo invece si rileva “un’alleanza” che, insieme alle istituzioni scolastiche, può giocare un ruolo fondamentale nella lotta alla dispersione scolastica e nella creazione di nuovi modelli di vita da seguire.